Carro Hbillns delle FS.

Carro a due assi con pareti scorrevoli – Storia del carro reale e sua riproduzione modellistica

Il Carro Hbillns delle FS.
Foto tratta dal sito “www.le ferrovie.it”

Breve storia del carro Hbillns.

Negli anni settanta comparvero in Italia i primi carri a pareti scorrevoli (sigla: H): Habis, Habils, Habfis, Habillss e altri ancora. Essi avevano una grande capacità ed erano disposti sui carrelli. Infatti la politica delle FS all’epoca tendeva a soddisfare le necessità dei clienti maggiori, più remunerativi per l’azienda. Ciò andava a scapito del traffico diffuso, che tutto sommato era ancora di interesse non trascurabile per gli operatori del settore. Per essi erano disponibili i veicoli a due assi appartenenti alla categoria G: Gbs, Gbhs e Gabs per citare quelli più recenti all’epoca. In Italia non era percepito un interesse per i carri tipo H a due assi, dei quali un futuro rappresentante sarà il carro Hbillns raffigurato nella foto iniziale, presa da “Le Ferrovie.it”. Viceversa in Europa a questa mancanza si era già da molto tempo rimediato con i carri tipo Hbis, come ad esempio questi carri austriaci: https://www.railcargo.com/it/dam/jcr:f3ea7a8d-0b49-4f5b-9ae5-c79dd80be32a/hbis-2254.pdf

Arrivano i due assi!

Nel 1983 il parco dei carri merce delle FS si arricchì di 1000 esemplari di carri a due assi con pareti scorrevoli, della serie allora indicata come Hbikks. Come evidenziato dalle foto, i respingenti (o “repulsori”) all’epoca erano rotondi;

ma le serie costruite più recentemente riceveranno i repulsori quadrangolari, come è documentato nella foto iniziale.

Le prime due forniture…

500 carri furono costruiti dalla ditta siciliana Keller; altri 500 dall’Officina Meccanica della Stanga. Questi ultimi si differenziano dagli altri per la presenza di pareti trasversali mobili, atte a bloccare il carico. Esse hanno una resistenza fino a 29,5 kN di spinta longitudinale.

La sigla Hbillns indica:

H = carro coperto di tipo speciale

b = Lunghezza di carico 12 m, Superficie minima 70 m2

i = Pareti scorrevoli

ll = Dotato di pareti interne mobili di separazione

n = Carico per asse 22,5 t

s = Autorizzato a circolare in regime S (100 km/h)

Le pareti scorrevoli esterne sono derivate dagli analoghi carri a carrelli (Habis), in lega di alluminio da 2,5 mm di spessore. Esse facilitano le operazioni di carico e scarico, che possono essere effettuate anche con carrelli elevatori nei piazzali asfaltati.

E’ facile notare la somiglianza con i carri a carrelli Habis ( http://www.fotoferrovie.info/displayimage.php?pid=1404 ), poi classificati Habils: l’unica variazione notevole è la riduzione della lunghezza del carro, con un minor aggravio delle spese per l’utente.

Dal 1987 le FS introdussero il suo successore, il carro Hbbillns, con maggiore capacità di carico grazie alla nuova forma delle pareti scorrevoli. Esse si sostituivano anche alla parte inferiore del tetto, che diventava quasi una semplice trave.

Dal 1988, le FS hanno avviato un programma di aggiornamento dei carri di prima fornitura che, come conseguenza, subiranno la variazione di marcatura da Hbikks ad Hbillns ed è in questa forma che esamineremo la loro costruzione modellistica in scala H0.

Il carro Hbillns in 1:87

Carro Hbillns delle FS in scala H0 (1:87).

Questo tipo di carro è diffusissimo in Europa da quarant’anni e ha subito continue migliorie, evoluzioni, livree, riverniciature, eccetera. I produttori non lo hanno trascurato e lo propongono in tante versioni. Spesso però non sono corrette al 100%, in quanto le variazioni esistenti fra carri di reti ferroviarie diverse e fra serie diverse nello stesso paese non possono essere seguite nella produzione industriale. In Italia la ditta FERFYX decise di proporre proprio il carro che è argomento di questo articolo, nelle versioni con o senza terrazzino per il frenatore. Ora ci occuperemo della versione senza terrazzino:

Carro Hbillns: lavorazione della cassa.

Le istruzioni sono chiare, la plastica è abbastanza rigida ma ben lavorabile. C’è qualche sbavatura di stampaggio da eliminare con lametta, coltellino e lima dolce.

Conviene dipingere le fiancate color alluminio sulla materozza e poi rifinire con il rosso vagone. In seguito si assemblano le pareti e il tetto e si colorano le restanti pareti in rosso vagone, i predellini in grigio o alluminio, le maniglie delle leve e i ganci per l’ormeggio in giallo. I respingenti hanno il piatto in nero opaco con al centro una traccia di lucido che simula il grasso mentre il gambo è pur esso in nero lucido. le tabelle e la reticella portadocumenti sono in nero opaco, mentre la documentazione contenuta è richiamata da qualche tocco di bianco. Si posizionano anche le decals accluse nella confezione:

Carro Hbillns: lavorazione del telaio.

Occorre porre attenzione al fatto che le due fiancate del telaio non devono essere posizionate in qualunque maniera; infatti una di esse presenta un innesto in più, quello indicato dalla freccia rossa, proprio per rispettare la perfetta sequenza di montaggio:

Costituenti del telaio – Foto dell’autore

Il telaio assemblato dev’essere munito di zavorra e cinematismo per aggancio corto. La zavorra è in dotazione e il supporto per il gancio viene mantenuto allineato longitudinalmente da un filo di acciaio tenuto curvo, il quale lo trattiene nella sua escursione lungo il glifo.

Si può regolare la durezza del movimento del gancio operando sulla curvatura del filo d’acciaio: se lineare, offre la massima durezza; ampliando la curvatura diventa più dolce:

In alternativa, volendo un funzionamento più morbido, si può inserire un perno sul dentello cilindrico di ogni dispositivo mobile e collegarlo tramite una molla o un elastico. Per questa soluzione occorre forare il supporto oscillante del gancio:

Foto dell’autore

La zavorra consiste in una lastra metallica da incollare dopo averla sgrassata. Qualunque collante epossidico bicomponente va benissimo. La massa consigliata dalle norme si calcola con la formula: Grammi = 0,4 x mm di lunghezza. Nel nostro caso 0,4 x 160 = 64 grammi. Essa può anche essere leggermente incrementata incollando pezzi metallici di avanzo, per una maggiore stabilità (dadi, rondelle o pesini per pneumatici o per pescatori):

Il sottocassa è ben dettagliato e anch’esso va dipinto in rosso vagone:

Il telaio va dipinto in rosso vagone, boccole e sospensioni in nero opaco, leveraggi per il freno in rosso e giallo, ruote in nero opaco o ruggine, ceppi dei freni in color ruggine, ganci per l’ormeggio (per il traghetto) in giallo e predellini in grigio / allumnio. Anche il telaio ha delle iscrizioni da riportare tramite decals:

Il telaio del carro Hbillns delle FS in scala H0.

E adesso il carro è pronto per il montaggio finale:

E’ consigliabile una spruzzatina di vernice trasparente opaca per nascondere il lucido delle decals. La raffinatezza di questo carro risalta nel confronto dei suoi predellini con quelli dei carri di normale produzione commerciale, in pratica semplici rettangolini di plastica:

Il carro si presta a un’infinità di variazioni come invecchiamento, usura, sporcatura, impolveramento, eccetera. Per rendere più opachi/scuri i portelloni scorrevoli e acuire la differenza con le porzioni riverniciate per rinnovare le iscrizioni, occorre mascherare le zone interessate e le aree già in rosso vagone:

Poi si passa il grigio più o meno scuro, più o meno additivato di altre tinte che richiamino la ruggine, la terra, la polvere e quanto fornito dall’osservazione dei carri reali, preferibilmente con l’aerografo:

Ovviamente si può migliorare ancora con patinature color ruggine, terra, sabbia eccetera, con tinte molto diluite. Con una punta di acrilico bianco si possono evidenziare le targhette sopra le leve:

Tutte foto dell’autore.

L’osservazione della realtà sarà la miglior guida per ottenere carri sempre più realistici. Alcuni esempi:

In conclusione sono carri utilissimi anche per lunghe composizioni, con carri similari:

La costruzione del carro Hbillns con terrazzino per il manovratore verrà documentata non appena il materiale sarà approntato.

Bibliografia:

  • “i Treni OGGI” n.34 – dicembre 1983 – Inizio della carriera per i carri Hbillns.
  • “i Treni” n. 362 – settembre 2013 – Storia dei carri a pareti scorrevoli (I parte)
  • “i Treni” n. 363 – ottobre 2013 – Storia dei carri a pareti scorrevoli (II parte)
  • “i Treni” n. 395 – settembre 2016 – per ulteriori elaborazioni.

Link utili

Autore R. Bigoni – Ultimo aggiornamento: 09 luglio 2023

53 commenti su “Carro Hbillns delle FS.”

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