Le bevande alcoliche si possono bere ?

Quale orizzonte?

Nelle ultime settimane, più di altre volte, i mezzi di informazione argomentano sulle bevande alcoliche, non sempre dispensando chiarezza, al punto che viene spontaneo chiedersi: le bevande alcoliche si possono bere ?

Andiamo con ordine.

Nel corso del 2022, l’Irlanda ha presentato una richiesta all’Unione Europea (UE) per l’adozione di una legge che obbliga i produttori ad inserire sulle etichette delle bottiglie delle bevande alcoliche, quindi anche del vino, degli avvertimenti per i consumatori. Dopo circa un semestre, l’UE ha dato il suo assenso malgrado i pareri negativi espressi da importanti paesi produttori di vino quali: Italia, Francia e Spagna.

Dal 22 maggio 2023 è entrata in vigore la legge che regolamenta le etichette con avvertenze sanitarie per le bevande alcoliche, mentre le nuove regole entreranno in vigore nel maggio del 2026 (vedi sito web https://www.foodnavigator.com/).

Perchè è successo tutto questo?

Sul sito ufficiale dell’UE (vedi p.to [1] della bibliografia), si legge:

"I danni provocati dall'alcol rappresentano un grosso problema per la salute pubblica e causano oltre il 7% dei casi di malattia o di morte precoce nell'UE. Anche un consumo moderato di alcol aumenta il rischio a lungo termine di alcune patologie cardiache, malattie epatiche e tumori e il consumo frequente di quantitativi significativi può generare dipendenza".

e ancora:

"I paesi dell’UE hanno la responsabilità principale riguardo le proprie politiche nazionali in materia di alcol. Nel 2009 e 2013 è stata valutata l’attuazione della strategia dell’UE in materia di alcol del 2006 per aiutare i paesi a ridurre i danni provocati dall’alcol".

L’UE, del resto, ha in mente un piano di riduzione del consumo di alcol del 10% entro il 2025 [3].

Lo scopo del Governo Irlandese, con l’iniziativa adottata, è quello di richiamare l’attenzione del consumatore, con frasi perentorie, come ad esempio:

"avvertenza intesa ad informare il pubblico del pericolo del consumo di alcol".

Firmando l’atto ufficiale il Ministro della Salute Irlandese ha dichiarato: “Questa legge allinea le bevande alcoliche agli altri prodotti.”

Dal Ministero della Salute

Il Ministero della Salute, sul proprio sito web [4], riporta:

"L'alcol è uno dei principali fattori di rischio per la salute". 

E aggiunge [4]:

"Bere è una libera scelta individuale e familiare, ma è necessario essere consapevoli che rappresenta comunque un rischio per la propria salute e, spesso, anche per quella degli altri".

Nella medesima pagina web è possibile reperire alcuni documenti: un opuscolo: “Guida utile – più sai meno rischi” e due locandine:

  • Alcol: sai cosa bevi? Più sai, meno rischi!
  • Rischi per la salute

nei quali si trova in maniera perentoria l’affermazione:

"se il consumo è zero non corri alcun rischio". 

Questi importanti documenti sono stati indicati anche in un precedente articolo dal titolo “Alcol e le bevande alcoliche“.

Dal CREA

Nel documento, di cui al p.to [5] della bibliografia, realizzato dal CREA – Centro di Ricerca Alimenti e Nutrizione (3), si trova un intero capitolo sull’alcol denominato “Bevande alcoliche: il meno possibile“.

Nel medesimo documento si legge:

"Se si è astemi è bene continuare a non assumere bevande alcoliche, perché non esiste un consumo di alcol esente da rischi per la salute; se invece sei consumatore di alcol e decidi di continuare a bere, è opportuno rispettare le condizioni che seguono per minimizzare i rischi per la salute. La quantità di consumo di alcol compatibile con un “basso rischio” si riassume in un 2-1-0:
- uomo adulto: fino a 2 unità alcoliche/giorno;
- donna;fino a 1 unità alcolica/giorno;
- una persona con più di 65 anni: fino a 1 unità alcolica/giorno;
- persone con meno di 18 anni: 0 alcol. 
Immagine 1: Fonte sito web Eurostat

Qualche numero

In Europa

Consultando il sito web di Eurostat si legge che, nel 2021, la spesa affrontata dalle famiglie Europee per l’acquisto delle bevande alcoliche ha rappresentato lo 0.9% del PIL UE, ossia circa 128 miliardi di Euro.

E’ stata la stessa spesa del 2020 ed ha costituito circa 1.8% dell’intera spesa dei consumi [6].

Come si può notare dal grafico, di cui all’immagine 1, il contributo dell’Italia (colore azzurro) è del 1%, il più basso assieme alla Grecia [6].

In Italia

Il documento, di cui al p.to [7] della bibliografia, costituisce la relazione, aggiornata al 2020, realizzata dal Ministro della Salute. Tale relazione, a sua volta predisposta sulla base delle relazioni inviate dalle Regioni/Province autonome, è stata trasmessa al Parlamento Italiano e riguarda gli interventi realizzati per ottemperare alla L. 125/2001.

Leggendo il documento si ribadisce:

Il consumo dannoso e rischioso di alcol rappresenta un importante problema di salute pubblica, in quanto responsabile in Europa di circa il 4% di tutte le morti e di circa il 5% degli anni di vita persi per disabilità [7].

Inoltre, nel medesimo documento si legge che, sempre con riferimento al 2020, i dati ISTAT confermano la tendenza all’aumento del consumo di bevande alcoliche fuori pasto [7]. Si evidenzia altresì una crescente criticità tra i giovani fra i 18 ed i 24 anni dovuto al binge drinking ed al consumo abituale eccedentario, rispettivamente nel:

Immagine 2: Consumo registrato di alcol in litri di alcol puro pro-capite totale e per tipologia di bevanda, Italia, Anno 1980-2019; Fonte: Elaborazioni ONA-ISS e WHO CC Research on Alcohol su dati pubblicati (p.to [7] bibliografia)
  • 2019: 16% e 1.7%;
  • 2020: 18.4% e 2.5%.

ISS e CREA

L’Istituto Superiore di Sanità ha realizzato un indicatore di sintesi dalla combinazione del consumo abituale eccedentario ed il binge drinking, ossia i due comportamenti a rischio della popolazione [7].

Da questo indicatore è stato rilevato che le classi di età di popolazione a rischio sono quelli [7]:

  • 16 – 17 anni: quantificati nell’anno 2020 in circa 800.000;
  • superiore ai 65 anni: sempre nel 2020 sono stati circa 2.600.000.

Per queste fasce di popolazioni la WHO e la Commissione Europea raccomandano azioni in quanto considerate a rischio di patologie e problematiche alcol correlate [7].

Nelle Linee guida per una sana alimentazione, revisione 2018, realizzato dal CREA [8], è riportato che la popolazione sino a 18 anni è da considerare a rischio per il consumo di una qualsiasi bevanda alcolica [7].

Sempre dal documento, di cui al p.to [7] della bibliografia, si riporta che sono da considerare a rischio:

  • gli uomini che hanno superato un consumo quotidiano di due Unità Alcoliche standard (UA);
  • le donne e gli anziani che hanno superato un consumo quotidiano di una UA;
  • le persone, indipendentemente dal sesso e dell’età, che hanno praticato il binge drinking almeno una volta nel corso dell’anno.

Qualche altro numero

Nel documento di cui al p.to [14] si legge:

  • “… Dalle indicazioni dell’OMS (a), il consumo dannoso di alcol è uno dei principali fattori di rischio per la
    salute della popolazione in tutto il mondo…”;
  • “…nel Mondo sono circa 3 milioni all’anno le persone che muoiono per effetto dell’alcol…”;
  • “… nel 2016 il 5,5% di tutti i decessi nei 30 Paesi dell’Unione Europea (UE) sono stati causati dall’alcol;
  • “… in Europa, ogni anno, muoiono circa 1 milione di persone per cause da attribuire all’alcol …”;
  • “…l’alcol è responsabile della morte di 1 ragazzo su 4 con età compresa fra i 20 e 24 anni…”;
  • “… secondo l’OMS, gli effetti nocivi del consumo di alcol per la salute sono prevalenti rispetto ai presunti vantaggi di protezione cardiaca derivante da un consumo occasionale…”;
  • “Nella Regione Europea dell’OMS … circa il 62,3% della popolazione adulta ha consumato bevande alcoliche almeno una volta nel corso dell’ultimo anno...”
  • “…analizzando il trend del consumo pro capite di alcol puro in Europa (somma dei vari contributi di bevande alcoliche), l’Italia è stata più virtuosa arrivando ad una riduzione del 25% dei consumi di alcol nel periodo 1970-2018…;
  • “… le linee guida nazionali per il consumo a basso rischio … sono state inserite nelle Linee Guida per una sana alimentazione realizzata dal CREA… nel quale si trova che:
... non esistono livelli sicuri per la salute di consumo di alcolici e che non bere è la scelta migliore ..."

Altri contributi

ECHA

Relativamente all’alcol etilico, nel sito web dell’ECHA riscontriamo che:

"Secondo la classificazione ed etichettatura armonizzata (CLP00) approvata dall'Unione Europea, questa sostanza è un liquido e un vapore altamente infiammabili". 

Ed ancora:

"Inoltre, la classificazione fornita dalle aziende all'ECHA nelle registrazioni REACH identifica che questa sostanza provoca danni agli organi, è tossica se ingerita, può provocare il cancro, è tossica a contatto con la pelle, è tossica se inalata, provoca gravi danni agli occhi e provoca irritazione cutanea".

AIRC

Nel sito web dell’AIRC ed in particolare nel documento di cui al p.to [9] della bibliografia si legge:

"...l’alcol è anche un agente cancerogeno di tipo 1. Rientra cioè tra quelle sostanze per cui, sulla base della classificazione della IARC, esistono sufficienti prove scientifiche della loro capacità di causare tumori..."

Ed anora:

"...tutti gli alcolici sono un fattore di rischio. Indipendentemente dalla bevanda in cui esso è contenuto, è infatti la quantità di etanolo a provocare i danni all’organismo da cui può avere origine un tumore..."

THE LANCET

Nella rivista scientifica inglese The Lancet, ed in particolare nel documento “Health and cancer risks associated with low levels of alcohol consumption” (vedi p.to [10] della bibliografia) troviamo:

  • i danni prodotti e derivanti dal consumo di alcol sono documentati…;
  • all’alcol è attribuibile la responsabilità di molte condizioni di salute (es.: dipendenza, cirrosi epatica, condizioni mentali, ecc.);
  • nell’anno 2017, all’interno dell’UE anche con consumi:
    • leggero (< 10 g/giorno di alcol);
    • moderato (< 20 g/giorno di alcol);
    • si sono manifestati quasi 23000 nuovi casi di cancro di cui circa 1/3 del totale, attribuibile al primo caso, ossia con meno di 10 g/giorno di alcol consumato.
  • un maggior consumo di alcol corrispondono a livelli crescenti di malattia e mortalità… . Pertanto, viene spontaneo chiedersi: è possibile definire un livello sicuro (zero rischi) di consumo di bevande alcoliche ?
  • altri studi servono per dimostrare l’esistenza di un livello sicuro di consumo di alcol…;
  • i consumatore devono essere informati e consapevoli sui rischi associate al consumo di alcol.

Quest’ultimo punto ritengo sia l’aspetto centrale del problema.

WHO

Nella pagina web del WHO con titolo: “Nessun livello di consumo di alcol è sicuro per la nostra salute” del 04.01.2023 si riporta che l’Europa presenta:

  • il più alto livello di consumo di alcol;
  • la più alta percentuale di bevitori nella popolazione. 

Si legge altresì, che malgrado sia noto che l’alcol può causare il cancro, in molti paesi questa informazione non è nota. Inoltre, il divario sociale fra poveri ed ricchi emerge anche per questa tematica, penalizzando la classe meno abbiente. Sempre nel medesimo articolo si riporta:

"Abbiamo bisogno di messaggi informativi sulla salute relativi al cancro sulle etichette delle bevande alcoliche, seguendo l'esempio dei prodotti del tabacco ..."

L’Irlanda fondamentalmente ha dato seguito con azioni concrete al messaggio del OMS.

Nel documento del WHO, di cui al p.to [12] della bibliografia, si legge dell’adozione di una strategia globale con target la riduzione del consumo dannoso di alcol.

Inoltre, tale volontà è stata ulteriormente rafforzata con l’adozione dell’Agenda 2030 e degli Obiettivi di sviluppo sostenibile 2030 che prevedono la riduzione del 10% del consumo rischioso e dannoso di alcol entro il 2025.

Tra le azioni si segnalano:

  • aumento delle tasse sulle bevande alcoliche;
  • emanare e far rispettare divieti o restrizioni complete sull’esposizione alla pubblicità di alcolici su più tipi di media;
  • emanazione e l’applicazione di restrizioni sulla disponibilità fisica di alcolici venduti al dettaglio.

ISS – Epicentro l’epidemiologia per la sanità pubblica

Nella pagina “Alcol” sul sito web dell’ISS – Epicentro l’epidemiologia per la sanità pubblica si legge che nel nostro Paese il consumo di alcol durante i pasti principali è considerato parte integrante dell’alimentazione e della vita sociale [11].

Tuttavia, si riporta un cambiamento di abitudini con il consumo di alcolici anche lontano dai pasti, anche in grandi quantità in un tempo limitato (binge drinking) [11].

Nella pagina web “Aspetti epidemiologici” si ribadisce di non superare mai le quantità definite a minor rischio (lower-risk drinking) (vedi paragrafo precedente con titolo: Dal CREA).

Ministero della Salute

Nel mese di ottobre 2022 il Ministero della Salute ha pubblicato il libro bianco sull’alcol. Il titolo è: “Informare, educare, curare: verso un modello partecipativo ed integrato dell’alcologia italiana”. Trattasi di un documento ufficiale, dedicato unicamente all’alcol e privo di valenza normativa, realizzato da uno specifico gruppo di lavoro per fornire un documento guida, di riferimento per gli operatori del settore, le strutture del SSN, le autorità nazionali e regionali competenti [13]. 

Il documento [13] riporta:

dai dati diffusi dall’OMS, l’alcol è considerato il quinto fattore di rischio per il carico di malattia globale…

Il documento nel capitolo “Bisogni e Proposte” riporta alcuni aspetti, a mio avviso, importanti e necessari:

  • Integrare le politiche sull’alcol nell’ambito di politiche economiche e sociali …che promuovono il benessere, gli stili di vita sani …;
  • Sostenere maggiormente programmi specifici per l’alcologia all’interno dei servizi pubblici…;
  • Realizzare programmi specifici e stabili di formazione e aggiornamento degli operatori …;
  • Riconoscere e valorizzare il ruolo delle organizzazioni che si occupano con vari approcci della complessità dei disagi alcol correlati…;
  • Promuovere la regolamentazione della pubblicità sulle bevande alcoliche, in modo da proteggere la salute della comunità, con attenzione particolare ai minori;
  • … coinvolgere attivamente tutta la comunità scolastica… con l’obiettivo di un cambiamento culturale affinché la scuola diventi davvero una comunità educante capace di favorire il miglioramento del benessere, della qualità della vita e delle relazioni della persona, della famiglia e della comunità;
  • Promuovere momenti di confronto, informazione e formazione sugli stili di vita, il benessere e la promozione della salute nei contesti giovanili;
  • Favorire eventi e contesti liberi da alcol e da altri comportamenti a rischio … nella comunità anche attraverso sgravi e agevolazioni fiscali agli esercizi commerciali virtuosi.

Conclusioni

Il problema è estremamente complesso per una soluzione che possa soddisfare i produttori, i consumatori e la scienza, mentre la politica, dovrebbe attivarsi per individuare ed emanare indirizzi per la tutela della salute pubblica. Malgrado la volontà, ritengo sia molto difficile adottare soluzioni vantaggiose, in una logica di sostenibilità, per tutti gli attori.

Personalmente ritengo che debbano essere fatte alcune considerazioni e valutazioni del tipo:

  • molte persone trovano occupazione nelle filiere produttive delle bevande alcoliche;
  • relativamente al vino, il nostro paese ha una forte capacità produttiva che lo inserisce tra i più importanti in EU;
  • parlando del vino è importante ricordare che, da generazioni, in Italia la bevanda si inserisce in un contesto culturale ed alimentare;
  • per modificare qualcosa probabilmente, a tutti i livelli, ci si deve adoperare per trasmettere modalità per un approccio corretto e consapevole del consumo di queste bevande:
  • devono essere attuati programmi di formazione, coinvolgendo anche la scuola;
  • se pertinente, in famiglia, i genitori dovrebbero dare l’esempio con un consumo moderato. Nelle famiglie di astemi, è bassa la frequenza di coloro che raggiungono consumi inadeguati [15];
  • in ogni caso, bisogna sempre distinguere tra abuso e consumo responsabile del vino, ed in in generale, delle bevande alcoliche;
  • con riferimento al vino, prodotto molto importante per l’economia italiana, si devono attuare quelle azioni che conducono ad un consumo: ragionato e consapevole;
  • a livello pubblico: adottare quelle azioni ed iniziative di prevenzione della salute che devono avere la più alta diffusione tra la popolazione.

In maniera obiettiva, gli Esperti dovrebbero trasmettere al consumatore informazioni, chiare e senza ambiguità, per dar modo di acquisire una maggiore consapevolezza del rischio legato al consumo delle bevande alcoliche.

e ancora …

Spesso si leggono autorevoli affermazioni, sui benefici che l’individuo riceve, bevendo vino, per la presenza di alcune sostanze (es.: polifenoli, flavonoidi, ecc.). Altri ritengono che nessun consumo ragionevole della bevanda possa determinare oggettivi benefici per il limitato contenuto di queste sostanze. Anzi, nel bilancio complessivo, l’alcol contenuto nella stessa bevanda creerebbe maggiori criticità nel consumo rispetto agli eventuali benefici.

Stando alle indicazioni autorevoli circa gli effetti dell’alcol, se da una parte c’è, a ragione, la necessità di tutelare la salute pubblica, per limitare l’insorgenza di malattie che determinano un onere a carico della collettività, dall’altra, affermazioni volte a limitare il consumo di bevande alcoliche non sono ben accettate perché potrebbero limitare trend commerciali importanti e quindi influire sull’economia e sull’occupazione.

Ho trovato interessante e, sicuramente, un gesto di responsabilità quello adottato da un Produttore Trevigiano e riportata dal Corriere della Sera – Corriere del Veneto [17]. Questo Produttore ha inserito in etichetta, su alcune bottiglie di vino, un marchio a forma di cuore con accanto la scritta:”Vi suggeriamo un consumo massimo giornaliero di due calici“. In questo caso, il Produttore si è avvicinato alle indicazioni della scienza ed ha voluto adottare, nel concreto, suggerimenti sulle quantità da consumare.

Un altro aspetto da considerare, che evidenzia il documento di cui al p.to [16] della bibliografia, “l’alcol ha storicamente e continua a ricoprire un ruolo importante nell’impegno sociale e nel legame per molti. Bere in compagnia o un consumo moderato di alcol per molti è piacevole”.

Anche questo aspetto ha un valore e pertanto è da considerare nel contesto complessivo.

Note

NOTA: in corsivo il testo tratto dal documento indicato in bibliografia

(a): OMS o WHO Organizzazione mondiale della Sanità

Per saperne di più

(1) WHO, World Health Organisation, https://www.who.int

(2) Ministero della Salute, https://www.salute.gov.it

(3) CREA, Centro di Ricerca Alimenti e Nutrizione, https://www.crea.gov.it

(4) EUROSTAT, https://ec.europa.eu/eurostat/en/web/products-eurostat-news/

(5) ISS, Istituto Superiore di Sanità, https://www.iss.it

(6) ECHA, European Chemical Agency, https://echa.europa.eu/it/

(7) AIRC, Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro, https://www.airc.it

Bibliografia

[1] Public Health, Commissione Europea, Alcohol, panoramica, https://health.ec.europa.eu/alcohol/overview_it

[2] European framework for action on alcohol 2022–2025, World Health Organization, European Region, EUR/RC72/12, Provisional agenda item 10, 16 August 2022

[3] Vino come sigarette, Bruxelles: “Consumo di alcol va ridotto del 10% entro il 2025”, 12/02/2023, https://europa.today.it/attualita/vino-sigarette-ue-ridurre-consumo-2025.html

[4] Ministero della salute, Alcol: sai cosa bevi? Più sai, meno rischi!

[5] CREA – Centro di Ricerca Alimenti e Nutrizione, Linea guida per una sana alimentazione, revisione 2018

[6] Eurosat, Quanto spendono le famiglie per cibo e alcol?, 01/02/2023, https://ec.europa.eu/eurostat/en/web/products-eurostat-news/w/ddn-20230201-1?language=it

[7] Ministero della Salute, Direzione Generale della Prevenzione Sanitaria – Ufficio 6, Relazione del Ministro della Salute al Parlamento sugli interventi realizzati ai sensi della L. 125 del 30.03.2001, anno 2021

[8] CREA, Linee guida per una sana alimentazione, revisione 2018

[9] AIRC, C’è anche l’alcol dietro al cancro, https://www.airc.it/cancro/prevenzione-tumore/alimentazione/alcol-e-tumori

[10] The Lancet, Public Health, Health and cancer risks associated with low levels of alcohol consumption,  VOLUME 8, ISSUE 1, E6-E7, JANUARY 2023, Benjamin O Anderson, Nino Berdzuli, Andre Ilbawi, Dévora Kestel, Hans P Kluge, Rüdiger Krech, Bente Mikkelsen, Maria Neufeld, Vladimir Poznyak, Dag Rekve, Slim Slama, Juan Tello, Carina Ferreira-Borges, OMS

[11] ISS-Epicentro, Alcol, informazioni generali, 11/12/2014

[12] WHO, Political declaration of the third high-level meeting of the General Assembly on the prevention and control of non-communicable diseases, EB150/7 Add.1 150th session, 11/01/2022

[13] ISS-Epicentro, Il Libro bianco sull’alcol: “Informare, educare, curare: verso un modello partecipativo ed integrato dell’alcologia italiana, 03/11/2022

[14] Ministero della Salute, LIBRO BIANCO “Informare, educare, curare: verso un modello partecipativo ed integrato dell’alcologia italiana”, 2022

[15] ISS, Osservatorio Nazionale Alcol – OssFAD, I giovani e líalcol: istruzioni per l’uso, Dieci suggerimenti ai genitori per favorire una scelta responsabile dei figli

[16] Hannah Ritchie and Max Roser (2018) – Alcohol Consumption, https://ourworldindata.org/alcohol-consumption

[17] Corriere della Sera – Corriere del Veneto, Treviso, consigli anti-alcol sul Prosecco Bottega: «Bevete solo due calici>>, Mauro Pigozzo

Aggiornamento del 30 giugno 2023

Autore: Morelli Marco