L’intimità delle cose
Il 30 ottobre 2021 presso la sala Mercato Centro Culturale del Comune di Argenta è stata inaugurata la mostra (Non) lo butto, l’intimità delle cose.
Gli autori sono: Giovanna Tonioli ideatrice del progetto, Paolo Squerzanti fotografo, organizzatore e coordinatore e, con crediti fotografici: Corrado Pavani e Marco Morelli. La prefazione del libro è del critico d’arte Prof. Franco Bertoni.
Siamo nell’estate 2020, con Giovanna, Paolo e Corrado ci si incontra per cenare in una osteria di Marrara. Ogni tanto, siamo soliti a ritrovarci, ma quella sera era preludio di una iniziativa appassionante e coinvolgente. Fu così che Giovanna ci illustrò quella che era la sua idea progettuale.
Non lo butto
Ognuno di noi, raccoglie oggetti perchè rappresentano e ci raccontano qualcosa, siamo in grado di collegarli a situazioni, azioni, contatti, regalie, ecc. Il più delle volte trattasi di oggetti di limitato valore, ma con un grande significato personale, affettivo ed emotivo. E’ sufficiente uno sguardo, e immediatamente il ricordo: alla persona, al momento di vita vissuta raggiunge la nostra mente. Risulta difficile eliminare questi oggetti; tutt’al più vengono spostati da una parte all’altra della casa.
O come dice Roberta Boschetti nel “Si butta ciò che non ha più un posto“: “… sposti continuamente, con gli occhi e con il cuore, per non inciamparci sopra…“
Inoltre Giovanna Tonioli nell’introdurre il libro scrive:
"C’è chi lo fa con assoluta semplicità, chi prova un po’ di dispiacere a disfarsene e opta per la scelta del regalo “verrà buono per qualcun altro”, ma a volte il gesto è trattenuto, non si riesce a portarlo a compimento".
E’ così che gli oggetti popolano i nostri cassetti, il garage, il sottotetto al punto di diventare parte di noi, della nostra casa. Ci raccontano frammenti della nostra vita.
Lo butto
All’opposto ci sono oggetti dimenticati da anni che, improvvisamente, riappaiono dall’oblio e, in ogni caso, si decide di buttarli, di fare ordine nella casa, nella cantina, nella soffitta, ecc.
Si ha la forza di portarli via, di allontanarli perchè si è esaurita la loro forza di rappresentare qualcosa per noi. Guardandoli non ti fanno più sentire la voglia di trattenerli, è venuto meno quel “non si sa mai…” che ti vincolava,
(Non) lo butto: il progetto
L’idea originaria era di fare un libro fotografico contenente le immagini degli oggetti ed una breve didascalia. Io, Corrado e Paolo dovevamo occuparci delle fotografie.
Poi, per disporre di un congruo numero di immagini fotografiche sono stati coinvolti altri autori. E così, come ha raccontato Paolo Squerzanti nell’inaugurazione della mostra, i fotografi hanno fornito la loro visione dell’oggetto, ma solo abbinandola alla didascalia si completava il quadro emotivo che l’autore voleva trasmettere.
Con la partecipazione di tante persone, ben 35, l’idea progettuale si è arricchita e man mano che arrivavano i testi, con soddisfazione si è compreso che il binomio, fotografia e testo, sarebbe diventato il Leitmotiv della mostra.
Le didascalie sono diventate vere e proprie storie, dei racconti appassionanti e interessanti.
Nell’introduzione del libro Giovanna Tonioli scrive: “Ci siamo accorti, ma inconsciamente già lo sapevamo, che anche nelle cose più banali: un biglietto di aereo, una carta vuota di tabacco ad esempio, ci sono elementi che riguardano emozioni, affetti di cui esse sono, come in archeologia, piccoli reperti di avvenimenti, incontri e soprattutto di persone che hanno attraversato la nostra storia”.
La mostra
Visitando la mostra, le fotografie ti attraggono, ci si immedesima nei racconti, si viene coinvolti nel percorso emotivo.
Nell’introduzione al libro “(Non) lo butto – l’intimità delle cose“, Giovanna scrive: “un ingresso per entrare dentro parti racchiuse all’interno di ognuno di noi“.
Gli autori si sono intimamente aperti, hanno voluto rivelare i loro stati d’animo di fronte ad un oggetto, per i più insignificante.
Guardando le immagini e soprattutto leggendo i testi si viene emotivamente attratti.
Sono tanti gli oggetti rappresentati, ognuno con la propria storia, con il proprio racconto di vita.
Alcuni frammenti
Alcuni frasi, tratte dai testi didascalici, hanno destato la mia attenzione:
“… frammenti del passato, evanescenti ricordi, incerte nostalgie…” Da: vecchi bottoni in barattolo (Ada)
“… 47 estati da raccontare!!!” Da: Gli occhiali da sole (Davide Frisole)
“… rappresenta il primo regalo ricevuto dai miei genitori e del quale ho conservato memoria …” tratto da Memoria (Rodolfo Bigoni)
“… sono le persone a caricare di affetti e di ricordi le cose che possiedono. Senza le persone gli oggetti sarebbero materia grezza ...” Da: Borsone da calcio rosso (Claudio Strano)
“… da strumento essenziale è diventato un oggetto come tanti, per di più superfluo…” tratto da: La bilancia analitica (Marco)
“Ho trovato il binocolo da teatro in fondo ad un cassetto…” da Binocolo da teatro (Flavia Parolini)
“… non l’ho più voluta in quanto strumento incompatibile con il mio percorso di vita…” Da: La zappetta (Marco)
“… Questo piccolo tagliando, che ho conservato, racconta molto di quel lungo, estenuante, particolare ed indimenticabile viaggio di ritorno dagli USA” tratto da: Biglietto aereo Alitalia (Marco)
“… un momento atteso e temuto, di lontananza e di indipendenza…” da: Berretto e cintura militare (Paolo Cantelli)
“Per tutti è un pupazzo qualsiasi, per me qualcosa di più…mi conduce a tanti bei ricordi e ad un pezzo della mia vita”. Da: Spallino (Alessandro Morelli)
e ancora…
“…Quante sere passate alla scrivania a riportare sui lucidi i disegni fatti a matita! Quanto tempo sfumato via!...”tratto da: Penna Koh-I-Noor (Claudio Gamberoni)
“Non so perché non l’ho gettato! È una cosa inutile che più non serve, ma che resiste alle pulizie periodicamente effettuate nei cassetti. Resiste alla forza – esigenza – di fare posto: a cosa? Alla calcolatrice che l’ha sostituito, o al progresso che avanza? Mah!…” da: Regolo calcolatore (Claudio Gamberoni)
“… Mi riporta sempre alla sensazione di quando tutto è ancora possibile“. Da: Orologio (Angela Carioli)
“… la pagella di mio papà, ne era molto orgoglioso!” da La pagella del papa’(Corrado Pavani)
” …quando lo guardo ed ho il tempo per guardarlo sento ancora le note” tratto da: Sax (Paolo Squerzanti)
“… Nelle trame di lana di quella coperta si intrecciano passato e presente, i ricordi e le emozioni del passato rivissuti alla luce dell’esperienza e della consapevolezza dell’oggi…” Da: la mia copertina (Antonella Di Pascale)
Mi ha colpito
Come tanti che hanno visto la mostra, anch’io sono stato attratto da alcune fotografie e dalle relative storie.
In particolare, ma non solo, mi sono soffermato a leggerne alcune, e non solo di amici e conoscenti.
Ho letto più volte “Il maglione di Claudio“, ne sono stato trascinato emotivamente. Conosco Paola sin da quando era bambina e così ho potuto conoscere anche il nipote. La sua storia va dritta al cuore:
... E questo suo maglione consunto ormai, fuori moda, riesce in qualcosa che sembra impossibile razionalmente. Quando niente e nessuno riesce a scaldarmi, me lo infilo e in un attimo ho le mani e i piedi bollenti. E non è la lana ad essere miracolosa. È Claudio che, ovunque lui sia, si prende ancora cura di me come può. Scaldandomi con il suo maglione.
Poi mi sono soffermato sul testo: “Si butta ciò che non ha un più un posto” dove viene indicato che:
"I nostri “non lo butto” sono candele nel buio. Ci permettono di non sentirci perduti, ci illudono che certe cose non muteranno, no. Sono porti sicuri, angoli di un nostro personale paradiso. Se le sapremo leggere, queste candele nel buio ci indicheranno una strada. Si mostreranno per quello che sono".
Chissà se sarà così, lo spero!
Conclusione
Col rischio di essere giudicato poco obiettivo, ammetto che è stato un bel progetto, ben realizzato. Ognuno degli autori ci ha aperto alla propria intimità, come un raggio di luce che penetra da una piccola fessura. Ci ha offerto di sentire le proprie sensazioni ed emozioni, di piccoli e al contempo grandi oggetti, solo apparentemente poveri di valore.
Li conserviamo in un cassetto, in una stanza, nel garage, nel sottotetto, per una loro giusta protezione, certi che non appena li rivediamo subito ci parlano, ci trasmettono qualcosa ritornando ad avere un significato.
In conclusione riporto una frase tratta dal racconto “La rosa” di Giovanna Tonioli, nel quale c’è la sintesi dell’iniziativa (NON) lo butto – l’intimità delle cose:
"... Non saprò mai che farne di questo dono. Non lo voglio tenere, non riesco a buttarlo..."
Bibliografia
[1] (Non) lo butto – l’intimità delle cose, Giovanna Tonioli, Morelli Marco, Corrado Pavani, Paolo Squerzanti
Aggiornamento del 22.11.2021
Autore: Marco Morelli